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DELLA BELLA Stefano

SG Collezione Stampe / Autori  / DELLA BELLA Stefano
Della Bella S; Il banchetto dei Piacevoli - 350

DELLA BELLA Stefano

(Firenze 1610 – 1664)

Incisore all’acquaforte e disegnatore italiano, nato da una famiglia di pittori, scultori e orafi.
Rimasto, ancora bambino, orfano di padre, si è dedicato inizialmente all’arte orafa.
Dapprima nella bottega dell’orafo Giovanni Battista Fossi, che lascia poco tempo dopo per l’atelier del cesellatore e medaglista Gasparo Mola (1580 – 1640).
Pare che l’artista cominci a copiare le incisioni di Jacques Callot (1592 – 1635) presso l’orafo Orazio Vanni, ed è proprio il maestro di Callot, Remigio Cantagallina (ca. 1582 – 1656), ad aiutare Della Bella agli esordi oltre a metterlo in contatto con Cesare Dandini (1592 – 1658), presso il quale l’artista fiorentino studia pittura a partire dal 1625.
Ben presto, sotto la guida di Remigio Cantagallina ha indirizzato la sua attenzione al disegno e all’incisione.
Scriveva il Baldinucci nel “Cominciamento e progresso dell’arte dell’intagliare in rame” riferito a Della Bella ‘…posta da parte la pittura si diede tutto all’intaglio’. Nella sua vastissima opera (oltre mille incisioni) egli affronta i temi e i soggetti più vari: soldati, mendicanti, principi, satiri, giardini, animali, rovine, feste, scene teatrali e scene della vita quotidiana.
Inizialmente si rilevano chiaramente gli influssi e lo stile delle stampe di Callot, ma via via questi tendono a scomparire per lasciar posto ad una visione più personale e pittorica.
Sotto la protezione di Don Lorenzo de Medici, figlio del Granduca Ferdinando I, Della Bella ha la possibilità di recarsi, per un soggiorno di studio, a Roma.
Durante questo periodo ha prodotto numerose vedute di Roma, di Tivoli, della campagna romana nonché rovine e scene di strada.
Qui egli incontra incisori ed editori di stampe francesi come Israel Henriet e François Langlois, che, pochi anni dopo la morte di Callot, hanno influenzato non poco la sua decisione di recarsi nel 1639 a Parigi.
Nel 1637 il suo nome figura sotto la denominazione ufficiale di “intagliatore” tra gli artisti impiegati presso la corte dei Medici e inoltre collabora assiduamente con Alfonso Parigi (1606 – 56). A seguito della sua buona fama di incisore ha ottenuto numerose commissioni da Richelieu e dal cardinale Mazarino.
Tra queste anche quella di incidere carte da gioco didascaliche per insegnare al giovane Delfino (futuro Luigi XIV) la mitologia, la geografia, i re e le regine di Francia.
A Parigi, oltre al successo artistico, ha raggiunto presto anche un successo mondano, che gli ha consentito di frequentare nobili, artisti e letterati. Un viaggio nei Paesi Bassi nel 1647 gli ha permesso di ammirare i capolavori all’acquaforte di Rembrandt e da quel momento in poi si può notare un riflesso dell’arte del maestro olandese nella produzione grafica del Della Bella.
Nel 1649 collabora alla pubblicazione di “Les Triomphes de Louis le Juste XIII”, ideato da Jean Valdor (1616 – 1670) in onore di Luigi XIII. Nel 1650 l’artista italiano torna nella città natale e lavora al servizio di Mattia de’ Medici come maestro di disegno del giovane Cosimo III (1642 – 1723).
Nel frattempo raggiunge l’apice della sua carriera con l’ammissione al circolo letterario fiorentino dell’Accademia degli Apasti.
Ancora, nel 1650 ha ricevuto l’incarico di lavorare a Firenze anche come scenografo e costumista, nell’allestimento delle numerose feste di corte.
In qualità di insegnate di disegno del giovane Cosimo III, con lui si è recato a Roma per studiare le opere d’arte dell’antichità.
Dopo il definitivo ritorno a Firenze ha spedito molte lastre incise agli editori parigini che hanno eseguito ulteriori tirature delle sue stampe.

Nel 1661 sembra sia stato colpito da ictus, motivo per il quale il suo lavoro è andato via via esaurendosi.
Nel mese di luglio del 1664 Della Bella è morto nella città natale.

Le Opere