Entrare nel mondo delle stampe antiche
fa bene alla salute della mente
Sono un collezionista di stampe antiche, del tempo che va dal XV al XVIII secolo. Attraverso questa mia passione ho imparato molto della storia e dell’arte italiana ed europea. Mi sono documentato sui più grandi maestri della pittura, del disegno, della scultura e dell’architettura e ho studiato i rapporti che questi artisti hanno avuto con il mondo della stampa.
Oggi possiedo svariate centinaia di esemplari di arte grafica e ritengo, non so se a torto o a ragione, di aver collezionato una delle più ragguardevoli raccolte private di stampe antiche. L’esperienza che ho potuto sviluppare in questo campo mi ha indotto ad una considerazione che è diventata in sostanza la ragione di questo sito.
La raffigurazione a stampa, che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’evoluzione del pensiero e dell’arte, è tristemente ben poco rappresentata nel bagaglio culturale del nostro paese. Proprio in un paese che per secoli è stato culla di ogni forma d’arte, che ha saputo accogliere ed apprezzare gli artisti e il loro genio, arricchendo nel tempo la propria cultura e la propria sensibilità. Quello della stampa d’arte è rimasto relegato ad argomento di nicchia, conoscenza di pochi esperti studiosi, quando invece dovrebbe essere ben più noto e divulgato. Alla portata cioè di tutti coloro che, possedendo un animo sensibile, si avvicinano con interesse a ogni prodotto artistico.
Pochissimi sono i libri o i siti che parlano di stampe, quasi sempre trattati per esperti, o comunque con una conoscenza di base specifica, oppure i cosiddetti cataloghi ragionati che non sono altro che una elencazione dettagliata delle opere di questo o di quell’altro artista. Ben rare sono invece le pubblicazioni di carattere divulgativo sulla stampa d’arte e su quanto questa abbia rappresentato un ramo collaterale ma importantissimo nello sviluppo e nella diffusione dell’arte della raffigurazione.
Un esempio per tutti:
basti pensare alla bottega di Raffaello Sanzio a Roma agli inizi del ‘500 sulle cui pareti erano esposte stampe di Dürer, che egli molto ammirava, e allo stretto legame che lo stesso Raffaello ebbe con Marcantonio Raimondi (uno dei più illustri incisori per la stampa calcografica di tutto il XVI secolo), tanto che in passato si era ritenuto che Marcantonio, per un certo tempo, avesse abitato proprio nella bottega del maestro di Urbino.
Riferisce il Vasari nelle Vite de più eccellenti pittori, scultori e architetti: “…Alberto Durero tedesco, pittore mirabilissimo et intagliatore di rame di bellissime stampe divenne tributario delle sue opere a Raffaello…” , e ancora “Avendo dunque veduto Raffaello lo andare nelle stampe d’Alberto Durero, volonteroso ancor egli di mostrare quel che in tale arte poteva, fece studiare Marco Antonio Bolognese in questa pratica infinitamente, il quale riuscì tanto eccellente che gli fece stampare le prime cose sue…”.
Il rapporto di collaborazione tra Raffaello e Marcantonio Raimondi fu molto proficuo per entrambi gli artisti. Marcantonio ebbe grande fama traducendo a stampa disegni e dipinti del maestro e Raffaello potè far conoscere le sue opere attraverso la circolazione delle stampe, influenzando così tutta l’arte europea.
Sulla base di queste considerazioni ho ritenuto di voler dare un piccolo, modesto contributo, non certo per chi già sa, alla conoscenza del mondo così immeritevolmente trascurato della stampa antica.