TIEPOLO Giambattista
(Venezia 1696 – Madrid 1770)
Pittore e incisore veneziano, figlio di Domenico ‘mercante di negozi da nave’ e di Orsetta Marangon.
Il padre Domenico muore un anno dopo la nascita del figlio lasciando la famiglia in gravi ristrettezze economiche.
La prima formazione artistica di Giambattista si è svolta presso la bottega del pittore Gregorio Lazzarini dal quale ha assimilato il gusto grandioso e teatrale delle composizioni.
Oltre ai pittori suoi contemporanei come Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci e Federico Bencovich il suo studio si è indirizzato anche ai maestri veneti del ‘500 da Tintoretto a Paolo Veronese e anche all’opera di Jacopo Bassano.
Già nel 1717 risultava iscritto alla fraglia (corporazione) dei pittori veneziani. Nel 1719 si è sposato con Cecilia Guardi, sorella dei pittori Gianantonio e Francesco, dalla quale ha avuto nove figli, tra cui Giandomenico che seguirà l’attività paterna.
Tra le sue prime realizzazioni pittoriche di maggior rilievo si ricordano il “Passaggio del Mar Rosso” la “Gloria di S. Teresa” i “Carmelitani di Venezia”, la “Madonna del Carmelo” ora a Milano nella Pinacoteca di Brera, e le “Quattro scene mitologiche” delle Gallerie dell’Accademia a Venezia.
Straordinaria è stata la sua attività di frescante con lavori grandiosi quali le decorazioni di Palazzo Sandi- Porto a Venezia e quelle del Palazzo Vescovile e della Cattedrale di Udine. Ha prodotto cicli di affreschi decorativi per importanti palazzi a Milano e per la Cappella Colleoni a Bergamo.
Dal 1737 al 1750 si sono susseguite, senza interruzioni, decorazioni a fresco, pale d’altare, tele di soggetto mitologico, storico e allegorico, tanto che la sua creatività appariva inesauribile.
Il suo stile, ripulito da ogni pesantezza barocca, mostra un colore schiarito, che tuttavia conserva forti risalti tonali con stacchi netti e improvvisi, per creare fantastici spazi scenografici in cui i personaggi raffigurati si affacciano prepotenti in primo piano, o vengono risucchiati nelle vaste chiarità degli sfondi.
Tra il 1743 e il 1745 ha dipinto a Venezia i soffitti della Scuola del Carmine e della chiesa degli Scalzi e le storie di Antonio e Cleopatra a Palazzo Labia. Ancora nel 1743 ha decorato villa Cordellina presso Vicenza.
Nel 1750 si è recato a Wurzburg per le decorazioni della sala da pranzo e dello scalone della Residenza del pricipe-vescovo Carlo Filippo von Greiffenklau con affreschi celebranti le imprese dell’imperatore Federico Barbarossa.
Tornato in Italia ha affrescato Villa Valmarana presso Vicenza insieme al figlio Giandomenico, Villa Pisani a Stra, mentre a Venezia ha lavorato a Palazzo Ducale e al ciclo decorativo di Palazzo Rezzonico.
Nel 1761 Carlo III di Spagna ha chiamato Tiepolo a Madrid per decorare con affreschi le sale del nuovo Palazzo Reale. Anche qui Giambattista ha realizzato numerosi lavori fino al 1770 quando improvvisamente è morto.
Anche nel campo dell’incisione all’acquaforte ha saputo esprimere veri capolavori grafici.
Oggi la critica considera in maniera unanime la sua attività incisoria di altissima qualità tecnica e artistica.
Essa comprende la serie dei Capricci (dieci tavole) realizzata verso la fine degli anni trenta del XVIII secolo e Gli scherzi di Fantasia (ventitre tavole) incisi tra il 1750 e il 1755.
Queste opere, ricche di elementi creativi e di immaginazioni fantastiche appaiono incise con straordinari effetti di luce, esse si impongono come uno dei capolavori migliori dell’artista, forse ancor più validi della sua celebrata opera pittorica.
Nelle acqueforti si riconosce una lezione mutuata da Rembrandt e fortemente rielaborata in chiave veneta.