
Acquaforte, mm 132 x 187.
Stato unico.
Il soggetto di quest’opera, incisa tra il 1637 e il 1639, risente dell’influsso artistico di Guido Reni, presso la cui bottega il Cantarini ha imparato a lavorare all’acquaforte.
L’incisione deriva probabilmente da un dipinto perduto dell’artista, un tempo proprietà della famiglia Boscoli di Parma.
Esemplare impresso su carta con filigrana ‘giglio nel doppio cerchio’.
Al verso, timbro della collezione dei figli di Everhard Jabach, celebri collezionisti parigini alla fine del XVII secolo.