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CANAL Giovanni Antonio “Canaletto”

SG Collezione Stampe / Autori  / CANAL Giovanni Antonio “Canaletto”
Canal A; La Torre Malghera-350

CANAL Giovanni Antonio “Canaletto”

(Venezia 1697 – 1768)

Nato a Venezia il 17 ottobre del 1697 da Bernardo Cesare Canal e da Artemisia Barbieri. Il soprannome ‘Canaletto’ gli venne attribuito per distinguerlo dal padre con il quale collaborava e che era pittore di scenografie teatrali, o forse per la sua bassa statura.
Tra il 1718 e il 1720 si è trasferito a Roma insieme al padre e al fratello Cristoforo per dipingere le scene di due drammi teatrali di Alessandro Scarlatti. Il viaggio a Roma è stato fondamentale per i contatti di Antonio con i pittori vedutisti attivi in quella città, tra i quali Pieter Van Laer, Michelangelo Cerquozzi, Giovanni Ghisolfi e Gaspar Van Wittel.
Tornato a Venezia ha stretto contatti con pittori vedutisti veneti come Luca Carlevarijs e Marco Ricci e ha iniziato a dedicarsi alla pittura di vedute della città lagunare. Grazie alla sua notevole abilità e alla sua tecnica, nel giro di pochi anni ha fatto grandi progressi, tanto da riuscire in breve tempo a diventare uno dei pittori più affermati di Venezia.
Dal 1722 ha lavorato per il futuro console e mecenate inglese Joseph Smith eseguendo opere che andavano a impreziosire le raccolte dei ricchi e raffinati collezionisti inglesi.

Con le sue opere Canaletto ha elevato il vedutismo a una corrente di gusto artistico rappresentativa dell’illuminismo europeo quanto la pittura di storia e di figura, che fino ad allora aveva dominato lo scenario dell’arte.
Intorno al 1740 ha iniziato ad incidere una serie di pregevoli acqueforti, probabilmente commissionata e finanziata dal console Smith, pubblicata per la prima volta nel 1744. Dal 1746 si è trasferito in Inghilterra dove ha soggiornato, sprattutto a Londra fino al 1756.
A questo periodo appartengono le vedute del Tamigi e della campagna inglese dipinte per l’alta aristocrazia locale.
Ritornato a Venezia ha dipinto ancora alcuni capolavori ma si andò progressivamente isolando dall’ambiente artistico e da quello mondano, fino alla morte nella sua casa di San Lio nell’aprile del 1768.

Le Opere