RENI Guido
(Bologna 1575 – 1642)
Pittore, disegnatore e incisore emiliano, figlio di Daniele musicista, maestro di Cappella a San Petronio, e di Ginevra Pozzi.
Il padre avrebbe voluto che il figlio si dedicasse allo studio della musica, ma Guido ancora giovanissimo esprimeva già un talento naturale per il disegno.
Il Malvasia, che conobbe in vita il Reni, racconta che fu accolto nella bottega bolognese del pittore fiammingo Denijs Calvaert come apprendista.
Ha avuto per compagni altri giovani pittori che, come lui, sono diventati famosi, come Domenichino e Francesco Albani.
Ha studiato i modelli di Raffaello e le incisioni di Dürer.
Alla morte del padre, Guido ha lasciato la bottega del Calvaert per aderire alla scuola di pittura fondata dai Carracci che si trasformerà nel 1599 nell’Accademia degli Incamminati.
Il Malvasia ricorda che Annibale Carracci consigliò al cugino Ludovico ‘…non gl’insegnar tanto a costui, che un giorno ne saprà più di tutti noi. Non vedi tu come non mai contento, egli cerca cose nuove? Raccordati, Lodovico, che costui un giorno ti vuol far sospirare’.
Poco tempo dopo infatti Guido ha vinto la gara, in concorrenza proprio con Ludovico Carracci, per la decorazione della facciata del Palazzo del Reggimento, l’attuale palazzo municipale di Bologna.
In questi stessi anni ha eseguito numerosi affreschi e tele in dimore e chiese bolognesi.
Tra il 1600 e il 1602 ha compiuto un primo soggiorno a Roma durante il quale ha subito in parte l’influsso di Caravaggio.
Il suo primo periodo romano è stato particolarmente fecondo come attestato dai numerosi dipinti in diverse chiese e dagli affreschi della Sala delle Nozze Aldobrandini e della Sala delle Dame in Vaticano; le decorazioni nel Palazzo del Quirinale nella Cappella dell’Annunciata e nella Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore.
Guido Reni era diventato l’interprete del gusto colto e aristocratico dei committenti romani.
Sotto la protezione di papa Paolo V e di Scipione Borghese ha diviso la sua attività tra Roma e Bologna, dove si è fermato definitivamente verso il 1620.
A Bologna ha tenuto una scuola molto frequentata dove si sono formati diversi pittori e incisori: Simone Cantarini, Flaminio Torri, Lorenzo Loli, Giovanni Andrea Sirani.
Oltre che in numerose chiese e palazzi bolognesi e romani i suoi capolavori pittorici sono presenti anche presso i più importanti musei del mondo.
Rilevante è stata anche la produzione acquafortistica del Reni, che comprende una sessantina di intagli.
Quelli iniziali mostrano uno stile ancora duro con evidenti influssi raffaelleschi, mentre quelli successivi, sotto l’influenza dei Carracci mostrano linee più leggere e composizioni ariose di grande eleganza formale dove spesso emerge il sentimento della tenerezza.
Nell’agosto del 1642 è stato “colto da febbri” che lo hanno portato alla morte.
Il corpo è stato esposto vestito da cappuccino e sepolto nella cappella del Rosario della basilica di San Domenico, per volontà del Saulo Guidotti senatore bolognese grande amico del Reni.
Accanto a lui giacciono le spoglie di Elisabetta Sirani, sua allieva prediletta.