
GALESTRUZZI Giovanni Battista
(Firenze 1618 – dopo 1677)
Incisore e pittore toscano ha svolto il suo apprendistato artistico presso il pittore fiorentino del periodo barocco Francesco Furini.
Trasferitosi a Roma è stato membro dell’Accademia di San Luca partecipando attivamente alla vita accademica.
Della sua produzione pittorica si hanno scarse notizie mentre assai più rilevante appare l’attività di incisore che annovera circa trecentocinquanta opere.
Al 1657 risale una vasta serie di incisioni per il volume Le gemme antiche figurate che descrive cammei e gemme collezionate in raccolte private romane.
Il successo riscosso dalla serie di acqueforti è testimoniato dalla pubblicazione di numerose nuove edizioni del libro (1670, 1686, 1702, 1703, 1707).
Come riferisce il Baldinucci (1686), alla morte del Della Bella, nel 1664, il Galestruzzi realizzò lo sfondo paesaggistico in una delle sette incisioni (denominata La Sesta Morte), di soggetto macabro realizzate dal Della Bella intorno al settimo decennio del XVII secolo.
La tavola non fa parte della raccolta di cinque incisioni raffiguranti La Morte realizzata dal Della Bella negli anni parigini, ma probabilmente doveva essere inserito in un progetto relativo a una seconda serie che il Della Bella si apprestava ad realizzare poco prima della sua scomparsa.
L’opera incisa più nota del Galestruzzi rimane però la riproduzione a stampa dei fregi affrescati da Polidoro da Caravaggio sulle facciate esterne di palazzo Milesi a Roma.
Il linguaggio incisorio del Galestruzzi, assai apprezzato per l’eleganza del tratto, viene tradizionalmente giudicato da alcuni vicino alla maniera di Stefano Della Bella, mentre secondo altri ricalca la maniera del genovese Giovanni Andrea Podestà, incisore che Galestruzzi ha conosciuto probabilmente nell’ambito dell’Accademia di San Luca.