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DA BRESCIA Giovanni Antonio

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Da Brescia Giovanni Antonio; Donna che versa acqua su una pianta - 350

DA BRESCIA Giovanni Antonio

(attivo tra il 1490 e il 1525)

Non si conosce la data di nascita di questo incisore sul quale non esistono riferimenti documentari.
La sua carriera è ricostruibile grazie a ventisette incisioni a bulino con la firma di cui solo tre datate, e ad altre a lui attribuite.

Probabilmente, quando era già affermato nell’arte del bulino, Giovanni Antonio si è spostato da Brescia a Mantova per unirsi alla bottega di Andrea Mantegna.
Il trasferimento dovrebbe essere avvenuto intorno agli anni 1485-90, periodo in cui Mantegna decise di servirsi di collaboratori specializzati nell’incisione per ottenere una maggiore divulgazione delle sue opere.
Il suo ruolo all’interno della scuola del Mantegna è stato recentemente dibattuto e rivisto in occasione della mostra su Mantegna tenuta a Londra e a New York nel 1992.
In particolare in un suo studio Boorsch (pp. 56-66) ha sostenuto, in contrsto con altri studiosi, che una ventina di stampe col monogramma “Z. A.” non sarebbe stata incisa, come finora si era creduto, da Zoan Andrea, bensì dallo stesso Giovanni Antonio, che nel tempo della sua permanenza all’interno della cerchia mantegnasca avrebbe usato il monogramma veneto “Z. A.” per “Zoan Antonio”.

Lo stile incisorio di Giovanni Andrea è ben visibile anche in un gruppo di stampe non firmate, già attribuite a Zoan Andrea, ma che meglio rientrano nella produzione di G.A. da Brescia. all’inizio del Cinquecento, come la Sepoltura di Cristo, il Cristo risorto tra i ss. Andrea e Longino, il Cristo al Limbo e la Virtus combusta-Virtus deserta, tutte da Mantegna.
Il periodo mantegnasco è documentato da una serie di stampe di buona qualità databili tra l’ultimo decennio del quattrocento e l’inizio del secolo successivo. La morte di Mantegna (1506) mise fine al primo periodo dell’attività di Giovanni Antonio, abile incisore di riproduzione ma incapace di inventare stampe originali.
Egli fu costretto a cercarsi un altro artista di riferimento per riprodurre le sue opere.
In questo periodo ha tradotto a stampa soggetti del vicentino Benedetto Montagna.
Venuto in possesso alcune lastre di Benedetto egli le ha reincise apponendovi il proprio monogramma, come usavano fare anche altri incisori del tempo quali Nicoletto da Modena e Israel van Mackenem.

Ebbe anche modo di conoscere opere di Dürer del quale ha copiato (e firmato) quattro suoi bulini: la Famiglia del satiro, il Figliol prodigo, il Grande Cavallo e il Sogno del dotto (o la Tentazione dell’ozioso).
Intorno al 1513 si trasferì a Roma dove ha subito l’influsso dello stile di Marcantonio Raimondi facilmente riconoscibile nelle ultime stampe di Giovanni Antonio: la Donna che versa acqua su una pianta (o la Grammatica), la Madonna col Bambino sulle nuvole, e la Santa Veronica.

Negli ultimi anni di attività ha eseguito incisioni di soggetto mitologico, architettonico e ornamentale.

Non si conosce l’anno della morte di Giovanni Antonio, certamente avvenuta dopo il 1525.

Le Opere