
CARRACCI Agostino
(Bologna 1557 – Parma 1602)
Pittore e incisore italiano figlio di Antonio, un sarto cremonese trasferito a Bologna, fratello maggiore di Annibale e cugino di Ludovico, anch’essi pittori e incisori.
Già all’età di dieci anni aveva imparato l’uso del bulino presso un’orafo. Successivamente ha frequentato la bottega del pittore Prospero Fontana, quella di Bartolomeo Passarotti e quindi lo studio del pittore, incisore e architetto Domenico Tibaldi.
Presso quest’ultimo ha potuto copiare le opere di Cornelis Cort assimilandone la tecnica raffinata e lo stile innovativo. Incisore di traduzione, ben presto ha esteso le sue opere ai modelli di grandi artisti: Michelangelo, Tintoretto, Federico Barocci, Veronese e Correggio.
Dopo viaggi di studio a Venezia e a Parma è ritornato a Bologna dove ha collaborato, con Annibale e Ludovico, agli affreschi, con le ‘Storie di Giasone e Medea’, di Palazzo Fava. Nel 1582 i Carracci hanno fondato l’Accademia degli Incamminati’, una delle prime Accademie d’arte in Italia sorta con lo scopo di garantire agli allievi una formazione completa teorica e pratica nell’arte.
Nell’Accademia i giovani artisti potevano disegnare dal vivo i modelli nudi proibiti dalla Chiesa, nello spirito della Controriforma.
Nel 1594, su richiesta del cardinale Odoardo Farnese si è recato a Roma, insieme ad Annibale, per eseguire gli affreschi di Palazzo Farnese, dipingendo le decorazioni della volta con il ‘Teti e Peleo’ed ‘Aurora e Cefalo’.
Pur autore di una pregevole attività pittorica prevalentemente con dipinti di soggetto sacro e mitologico, la sua fama è dovuta soprattutto alle sue incisioni nelle quali ha perfezionato la tecnica e sviluppato uno stile ‘Accademico’ che hanno influenzato tutta l’arte incisoria fino al XX secolo. Nel 1600 Agostino è stato chiamato a Parma dal Duca Ranuccio I Farnese con l’incarico di decorare la volta di una sala di Palazzo del Giardino.
Agostino ha potuto ultimare l’affresco centrale, ma soltanto tre raffigurazioni laterali delle quattro previste, poiché il nel febbraio 1602 è morto prematuramente all’età di 45 anni.