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BISCAINO Bartolomeo

SG Collezione Stampe / Autori  / BISCAINO Bartolomeo
Biscaino B; La Vergine adora il bambino Gesù - 350

BISCAINO Bartolomeo

(Genova 1632 ca.. – 1657)

Incisore, disegnatore e pittore italiano, figlio di Giovanni Andrea modesto pittore paesaggista, che è stato anche il suo primo maestro.
Probabilmente ha ultimato la sua preparazione artistica presso lo studio del pittore Domenico Fiasella.
Intorno al 1650 Bartolomeo è entrato nella bottega di Valerio Castello da cui ha assimilato i modelli e i gusti coloristici così profondamente che ancora i suoi dipinti vengono confusi con quelli del maestro.
Le sue opere hanno risentito anche dell’influenza di Van Dyck, per alcuni effetti pittorici e per le velature, e di Rubens per la forma e il movimento delle composizioni.
Raffaele Soprani, personaggio seicentesco della nobiltà genovese e conoscitore di molti artisti liguri, narra che Bartolomeo si esercitava a riprodurre opere di Guido Reni e di Giulio Romano allora presenti nelle chiese genovesi.
Tuttavia l’attività più nota del Biscano è rimasta quella della sua produzione grafica alla quale si è dedicato con grande versatilità sia nel disegno sia nell’incisione all’acquaforte.
Egli si è applicato a lungo negli anni giovanili allo studio delle stampe del Castiglione, che è stato il vero ispiratore delle sue incisioni, il cui segno sfrangiato e luministico ne costituisce la caratteristca più palese.

Il suo stile neo-manierista, espresso soprattutto nelle opere grafiche, ha risentito in maniera evidente anche della sua ammirazione per lo stile del Parmigianino che egli ha studiato e imitato in varie composizioni.
Tanto i disegni che le stampe del Biscaino, per la loro particolare eleganza e raffinatezza di esecuzione, hanno goduto di un grande favore presso i collezionisti del Sette-Ottocento.
Ciò gli ha consentito di ricevere numerose commesse, sia relative a quadri che ad affreschi.

L’artista è scomparso giovanissimo, non ancora trentenne, a seguito dell’epidemia di peste che sconvolse Genova nel 1657.

Le Opere