
Bulino, mm 245 x 186.
Opera con il monogramma dell’autore e la data 1526 nella 4a variante di 9 (d/i).
Fra i numerosi ritratti incisi da Dürer quello di Erasmo da Rotterdam è il più grande per dimensioni ma il meno apprezzato dal punto di vista artistico in quanto commentato negativamente dallo stesso Erasmo.
Dürer aveva incontrato l’Erudito e Teologo da Rotterdam nell’agosto del 1520 a Bruxelles ed in quell’occasione ne aveva abbozzato un ritratto a carboncino. Soltanto sei anni dopo è stato realizzato quel bulino che fu lungamente atteso, come si evince dalla corrispondenza di Erasmo con Pirkheimer, amico di Dürer.
Commentando l’incisione Erasmo sottolineava i limiti del ritratto in relazione al trascorrere del tempo che inevitabilmente modifica le fisionomie degli uomini.
Su questa base Wölfflin, nel recente 1987, sottolinea l’alterna fortuna di quest’opera che è stata spesso considerata come il ritratto splendidamente manchevole di un grande uomo.
Al di là della diatriba sulla somiglianza del personaggio raffigurato, l’abilità di Dürer nell’uso del bulino la si evidenzia nell’incredibile resa del panneggio, quasi luccicante agli occhi dell’osservatore, e dei libri che completano la scena.
Esemplare stampato su carta vergellata con al verso timbro della collezione del mercante d’arte Joseph Grünling (? –Vienna 1845).